I brani di Sanremo ascoltati per voi

Goodbye canzone classica sanremese. La ballata, quella che sul palco dell’Ariston, storicamente, è sempre stata protagonista con suoni soffusi e ugole d’oro a renderla emozionante, lascia campo a una nuova tipologia di brano, più ritmata, colorata e da ballare. Fra i trenta pezzi in gara quest’anno all’edizione numero 74 del Festival, in programma dal 6 al 10 febbraio, le canzoni più tradizionali, per la prima volta, sono in netta minoranza. È il compimento definitivo della “rivoluzione Amadeus”, che da quando ha preso in mano le redini del Festival, l’ha svecchiato, reso più radiofonico e aperto alle nuove tendenze generazionali.

Canzoni per la gente

Questo cambio di passo è in perfetta linea anche con la fruizione stessa della musica liquida in quest’epoca contemporanea: questo Festival di Sanremo, statene certi, segnerà ogni tipo di record su piattaforme come TikTok, un social dove dominano video di balletti e coreografie realizzati su basi scalpitanti. Il terreno perfetto dove far atterrare le canzoni sanremesi che puntano a far schizzare in piedi chi è seduto sul divano.

D’altronde Amadeus non si è mai nascosto: «Questo Sanremo nasce dal Festivalbar. Nasce dal desiderio di portare la musica attuale a questa manifestazione senza dimenticare la storia». Poi lascia correre l’Amadeus pensiero: «Credo che le radio avranno l’imbarazzo della scelta nel programmare questi brani. Il termine “canzone sanremese” era già sbagliato all’epoca, ora per me si dovrebbe parlare di “canzone per la gente”».

C’è un elemento, invece, che non muta praticamente mai: il tema portante dei testi. L’amore, i sentimenti e il racconto personale, in alcuni casi trattato in modo senz’altro curioso, dominano ancora, ma c’è pochissimo impegno o lettura sociale della realtà.

Alieni e nostalgia

Chi prova a volare in alto, addirittura in un altro pianeta, è Ghali con “Casa mia”. È un viaggione, è come un brano scritto a quattro mani con un extraterrestre amico. «Insieme guardiamo il Pianeta Terra e ci sono diverse cose che io non riesco a spiegargli, non riesco a spiegargli perché purtroppo accadono», racconta il rapper italo-tunisino.

Dargen D’Amico con “Onda alta” farà muovere il corpo e il cervello: «Il genere? È musica italiana. È un brano che si ispira anche alla forma di questo Paese e all’ambiente che ha reso la cultura italiana quello che è, ovvero il Mar Mediterraneo».

Alessandra Amoroso, per la prima volta in gara, si giocherà tutto con “Fino a qui”, un brano sulla consapevolezza, mentre Gazzelle, che porta il mondo indie all’Ariston, affronta il tema della perdita e della nostalgia.

Due diverse generazioni, un solo obiettivo: i Ricchi e Poveri con “Ma non tutta la vita”, Fred De Palma con “Il cielo non ci vuole” e Angelina Mango con “La noia” ci faranno scatenare. «È un pezzo up, ma nella mia testa non lo è del tutto perché è molto emotivo, è una canzone autobiografica. E le canzoni autobiografiche possono essere “tunz-tunz”, ma allo stesso tempo arrivare in modo verticale. Parla di me», dice l’ex concorrente di Amici, figlia d’arte, una delle più quotate per il podio finale.

Un pezzo più doloroso invece quello di Mr. Rain, “Due altalene”, che nasce dalla storia di un padre che perde tragicamente i propri due figli. Tutto il contrario dei The Kolors: “Un ragazzo una ragazza” vi si appiccicherà in testa e non se ne andrà più.

Il Festival delle donne

Le concorrenti, purtroppo, sono in netta minoranza rispetto ai colleghi maschi, ma hanno canzoni esplosive. E, infatti, gli scommettitori sono convinti che a trionfare, quest’anno, sarà una regina, non un re. Fiorella Mannoia presenta “Mariposa”, il titolo vuol dire “farfalla”, Loredana Bertè con “Pazza”, invece, fa pace con se stessa: «È autobiografica: io di solito mi odio abbastanza, ma ultimamente mi amo disperatamente. Essere normali per me oggi è la più grande trasgressione».

Rose Villain con “Click boom!” sorprenderà: «Racchiude il mio dualismo: dentro c’è una parte più malinconica e un’altra più aggressiva». Attesissima, una delle stelle del pop italiano, anche lei quotatissima per la vittoria finale, Annalisa: «Difficile spiegare di che cosa parli perché ha tante sfumature. Il brano dice che se tu mi lasci i miei spazi e mi lasci libera, allora io sono tua, sinceramente».

Poi Emma con “Apnea”, «nessuno riuscirà a rimanere seduto ve lo prometto», dice, e la giovane Big Mama con “La rabbia non ti basta”, un pezzo sull’accettazione e la rivalsa. Anche gli uomini cantano il rispetto per l’altro sesso e per il prossimo in generale: il rapper napoletano Geolier con “I p’ me, tu p’ te”, i Negramaro con “Ricominciamo tutto”, Diodato con la ballata emozionante “Ti muovi”, oltre alla coppia Renga e Nek in “Pazzo di te”.

Diversi linguaggi

Solo Mahmood poteva portare a Sanremo un pezzo come “Tuta gold” e quando lo ascolterete capirete il perché. Il Volo, con “Capolavoro”, prova a svecchiarsi puntando sul pop, ma il risultato è un grande boh. La Sad, band pop-punk divertentissima, con “Autodistruttivo” si prepara a riscaldare l’atmosfera: «Parla di un giovane che da quando è nato non riesce a farsi accettare dalla sua famiglia e dalla società. E quindi soffre. Potremmo definirlo un brano rock, ma in realtà non ha genere, siamo noi il genere».

Alfa trascinerà il pubblico dentro il folk di “Vai!”, i Santi Francesi dentro il sentimento sinuoso e sexy di “L’amore in bocca”, bnkr44, “Governo punk”, promettono «ribellione musicale»”. Irama con “Tu no”, Sangiovanni con “Finiscimi” e Il Tre con “Fragili” sono più tormentati. Su Google è diventata virale la ricerca “Ma chi è Maninni?” dopo che Amadeus lo ha scelto tra i big: lo scoprirete con “Spettacolare”.

Chiude il cerchio la vincitrice di Sanremo Giovani e star di “Mare Fuori”: Clara presenta “Diamanti grezzi”. «Parla di tutti noi, parla di crescita, di incertezze e di lavorare per andare avanti» dice la giovane artista.